top of page

Tannaz Lahiji è un’artista persiana, nata a Teheran, da padre docente d’arte e madre pittrice. Sin da subito intraprende una promettente carriera artistica. Si laurea in pittura presso la Libera Università d’Arte e Architettura di Teheran e successivamente si trasferisce in Italia, a Firenze, dove si laurea in Arti Visive presso la Libera Accademia di Belle Arti; qui svolge da sedici anni l’attività di docente universitario delle classi di Anatomia, Pittura e Disegno. La sua costante ricerca la porta a sperimentare sempre nuove forme di rielaborazione artistica, nella pittura come nella performance, fino alla complessità polimaterica dell’installazione. Conta numerose mostre in tutta Italia, tra le quali di recente “Ab-Acqua” (Villa la Versiliana a Pietrasanta), “Il tempo nel vuoto” (Museo civico di Cannara a Perugia), “In-Liberty...la libertà del distacco” (Villa Pecori Giraldi a Firenze).

All’estero ha esposto a Londra, Mosca, Shanghai e a Darmeshtad in Germania.

Nel 2019 ha realizzato un complesso progetto artistico dal titolo "Riflessioni su Dante" che ha previsto la collocazione di alcune opere - pittoriche e non - nelle sedi storiche di Palazzo Vecchio (con una riproduzione del “Pardis”, il giardino persiano), Museo Casa di Dante e Palazzo Bastogi (con un’installazione pittorica dell’“Inferno” dantesco).

Nello stesso anno ha partecipato alla Biennale di Venezia, in collaborazione con la Galleria Ma-Ec di Milano, con l’installazione “Cascata congelata”, un’opera dalla dimensione di 7 metri.

Nell’ Aprile 2021 la sua opera, Luce Interiore, composta da due bassorilievi, si è classificata terza alla mostra digitale No Space organizzata dalla LABA Firenze in collaborazione con Suzhou Art & Design Technology Institute ( https://laba.biz/no-spacemostra- digitale- internazionale/ ).
Vanta collaborazioni importanti come quella con la New York University su un progetto internazionale di ricerca che correla l’arte alle neuroscienze.

In occasione della ricorrenza del 700esimo anno dalla morte di Dante Alighieri dà vita al progetto artistico AL DI LÀ DI DANTE per il comune di Pisa che consta di quattro opere, due delle quali inaugurate presso la chiesa Santa Maria della Spina:

18 dicembre 2021 inaugurazione dell’installazione “Vortice Infernale”, opera divenuta esposizione permanente presso la Biblioteca Comunale di Pisa, San Michele degli Scalzi, dal 7 gennaio 2022.
5 gennaio 2022 finissage dell’installazione dell’opera realizzata in ghiaccio, “Busto di Dante”.


 

IL 25 MARZO A FIRENZE SI TERRÀ L’INAGURAZIONE DI UNO SHOW SENSORIALE SULLA BASE DELLE OPERE DELL’ARTISTA TANNAZ LAHIJI

Firenze, Marzo 2022 – Koob Experience, essendo uno spazio multifunzionale, presenta un nuovo progetto dove la nuova linea di cocktail è ispirata dalle opere d’arte di Tannaz Lahiji, un’artista persiana. La mostra è curata dalla ART & SPACE Gallery, galleria d’arte fondata a Monaco di Baviera.

Durante l’inaugurazione, tutte le arti coinvolte saranno trascinate in una partecipazione immersiva, in cui musica, luci, gusto e olfatto si intrecceranno in atmosfere uniche, in grado di trascinare mente e corpo in un’esperienza olistica e originale. Arte, colori, suoni, sensazioni ma anche degustazioni di piatti e sapori unici, valorizzati da altrettanto unici drink, tutti abbinati al contesto sapientemente organizzato da Emma Mailova, direttore della ART & SPACE Gallery, in questo evento.

Le opere esposte presso il Koob Experience sono state oggetto di un precedente progetto artistico a più tappe, che Lahiji ha realizzato nel 2019 per la città di Firenze, Riflessioni su Dante. L’esposizione segue all’intuizione che Inferno, Purgatorio e Paradiso non rappresentino solo il viaggio di Dante in quanto Uomo, ma anche una fonte d’ispirazione che l’artista decide di rielaborare attraverso lo studio della luce (da oltre cinque anni al centro della sua ricerca).

D’io, In Luce e Comunicazione sono le opere di eccezionale intensità che Lahiji ha immaginato adatte all’esposizione ispirata a Dante Alighieri.

  

In particolare, le tre tele sono il risultato di alcuni degli innumerevoli lavori di body painting che Lahiji realizza da anni e che danno concretezza alla sua ricerca. Performance irripetibili testimoniano lo scambio di energie che si generano alla base delle relazioni con il prossimo - i suoi modelli - e che si instaurano solo in quel momento e in quello spazio - l’hic et nunc della performance - insieme alle intuizioni che si formano durante il processo artistico. Visioni che Lahiji vive attraverso l’energia che assorbe in quelle relazioni; energia percepita e vissuta dal corpo, poi restituita nella immediatezza del gesto artistico e l’impronta che lo domina.

Poi la luce cambia e da blu diventa rossa: la visione precedente sembra essersi dissolta, svanita: dalle medesime tele adesso sono scomparse tutte le ombre inquietanti (affiorate con la proiezione della luce blu) e, le sagome tormentate nell’Inferno e che si erano manifestate, adesso sembrano trasformarsi in uno scenario candido ed etereo, nel quale un maestoso bianco inonda le tele, purificandole da qualsiasi oscurità, lasciandoci pensare al Paradiso.

Lahiji, realizza la rappresentazione cromatica delle tre cantiche dantesche, Inferno Purgatorio e Paradiso, tramite tre spazi - oramai non più letterari bensì esistenziali - rielaborati con l’uso della luce. Tre differentitonalità che trasformano le tele in ambienti e atmosfere dantesche. Tramite la proiezione della luce sulle opere, gli scenari assumono delle interpretazioni differenti: pervase dal blu, le tele sembrano assalite da ombre scure che sporcano le forme tingendole di nero, impregnate di una energia inquietante, violenta, molto simile a quella che Dante ci fa vivere nei suoi scenari infernali.

Infine, proiettando sulle opere la luce naturale - senza filtri né colori artificiali - le stesse assumono la loro identità originale di opera d’arte, nella loro natura reale. Esse, adesso, rappresentano la proiezione della vita. Ciò che viviamo, i sentimenti di cui ci nutriamo, e che dipendono solo dal modo in cui decidiamo di vivere il presente, da come vogliamo vedere ciò che ci circonda e che ci accade. Tutto quello che vediamo dipende dai nostri occhi, dal modo in cui vogliamo guardare il mondo, dal modo in cui ci poniamo nel mondo. Per questo la luce siamo noi: possiamo lasciare che rabbia e frustrazioni minaccino e sporchino i nostri giorni;

forse riflettere questo odio nel mondo, svilendo anche quel poco di buono che ci passa davanti (luce blu); ma come uomini, abbiamo sempre la possibilità di liberarci dei sentimenti negativi, quelli che inevitabilmente ci passano accanto, al fine di recuperare le meraviglie che l’amore porta con sé (luce rossa) e di cui siamo custodi.

Solo così è possibile restituire alla vita il suo valore reale (luce naturale) e vivere nel modo più concreto e autentico i fatti che accadono, filtrandoli dei sentimenti che ci condizionano, ci limitano e ci ingannano, perché allo stesso tempo, tramutano e amplificano negativamente il valore di ciò che viviamo.

 

Manuela Antonucci,
Curatrice, consulente di arti visive e giornalista Columnist per La Voce di New York

LOGO munich florence.jpg
bottom of page